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Joseph Roth (Brody, 2 settembre 1894 – Parigi, 27 maggio 1939) è stato uno scrittore e giornalista austriaco. Grande cantore della finis Austriae, della dissoluzione dell'impero austro-ungarico che aveva riunito popoli di origini disparate, con lingue, religioni, tradizioni diverse. Lui stesso era nato alla periferia dell'impero, nella parte orientale della Polonia.

La madre, Maria Grübel, apparteneva ad una famiglia ebrea residente a Brody; il padre, Nachum Roth, proveniva da un ambiente chassidico ortodosso. Al tempo del matrimonio (1892) era commerciante di cereali per una ditta di Amburgo. Egli doveva regolarmente andare ad Amburgo per affari. In un viaggio di ritorno, per il suo strano comportamento in treno, fu ricoverato dapprima in una casa di cura per malati mentali, quindi fu consegnato ai suoi parenti galiziani, che lo affidarono alla sorveglianza di un rabbino "guaritore" russo-polacco, in casa del quale l'anno dopo fu trovato da uno zio di Roth. Quest'ultimo descrisse suo padre come molto bello, sempre sorridente e del tutto incapace d'intendere e di volere.

Roth più tardi raccontò di avere sofferto povertà e miseria. Tuttavia, fotografie dell'epoca e i racconti dei suoi parenti indicano una condizione di vita non proprio di benessere ma borghesemente decorosa: la madre aveva una cameriera, egli prese lezioni di violino e frequentò il ginnasio. Il rapporto con la madre non è particolarmente felice, anche a causa della vita ritirata che ella decide di condurre, incentrata quasi esclusivamente sull'educazione del figlio. Dopo il ginnasio, Joseph Roth si trasferisce, e durante gli anni dell'Università, frequentata a Vienna, scrive le sue prime poesie. Trasferitosi presso uno zio materno a Leopoli, diventa amico delle cugine Paula e Resia. Dopo aver studiato con passione la letteratura tedesca, deve fare i conti, a poco più di vent'anni, con la guerra: dapprima pacifista, si arruola dopo aver cambiato idea.

Intorno al 1925 deve affrontare i primi sintomi della malattia mentale che ha colpito la moglie Frieferike Reichler, sposata nel 1922 a Vienna. La donna, verso cui Roth mostrò segni di gelosia patologica, si comporta in maniera tale da rendere obbligatorio il ricovero in una casa di cura. Roth entra in crisi per la vicenda, arrivando a incolparsi della situazione e non riuscendo ad accettare la malattia: inizia, quindi, a bere alcolici in quantità spropositate, con conseguenze negative per il suo stato di salute e per la sua situazione economica e nel 1935 Roth chiese il divorzio. Conobbe diverse donne con le quali ebbe relazioni di varia durata. Dapprima, per pochi mesi, l'attrice Sybil Rares; poi, per sei anni dal 1929, Andrea Manga Bell, di Amburgo, sposata infelicemente con il "principe di Douala e Bonanyo" del Camerun, un tempo colonia tedesca. Essa manteneva i suoi figli con il lavoro di redattrice. Roth fu affascinato dalla sua autonomia e dalle origini esotiche (era figlia di una cubana di colore). Ben presto andarono a vivere insieme, con i due bambini. Quando Roth dovette emigrare, lei e i figli lo seguirono. Col tempo però si crearono attriti, perché Roth attribuiva i persistenti problemi finanziari al carico della famiglia Manga Bell. Ragione più probabile della rottura fu l'estrema gelosia di Roth, che è anche documentata nel matrimonio e nelle altre relazioni di Roth.

All'inizio di luglio del 1936 Roth fu invitato da Stefan Zweig a Ostenda, dove incontrò la scrittrice Irmgard Keun che vi era emigrata. L'interesse fu reciproco. Vissero insieme a Parigi dal 1936 al 1938. Entrambi bevevano molto. Anche questa relazione si interruppe bruscamente, secondo la Keun per la gelosia di Roth.

Negli ultimi anni la salute e la situazione economica di Roth peggiorarono rapidamente. Nel 1937 dovette lasciare l'Hotel Foyot, dove aveva vissuto per dieci anni, perché pericolante.

Il 23 maggio 1939 fu trasferito all'Ospedale Necker (l'ospizio dei poveri) e il 27 maggio a 44 anni, morì per una polmonite bilaterale non diagnosticata tempestivamente. L'esito fatale della malattia fu favorito da una crisi di delirium tremens.

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